Luca Bragalini
Dalla Scala a Harlem.
I sogni sinfonici di Duke Ellington.
ISBN 978-88-5920-367-4
Pagine 320
Editore: EDT
Collana Contrappunti | Musica
Data uscita 24-05-2018
“Per me non si chiude un capitolo ma un’era geologica!”
È così che dal suo profilo Facebook Luca Bragalini esordisce il 24 maggio 2018, data in cui il suo Dalla Scala a Harlem. I sogni sinfonici di Duke Ellington esce nelle librerie. Ed in effetti la gestazione è durata un decennio e forse più.
Martedì 8 gennaio 2008. La Parco della Musica Jazz Orchestra presenta a Roma un programma di musiche ellingtoniane dedicate alla musica da film. Relatore e presentatore della serata è Luca Bragalini. In quell’occasione, alla fine del concerto, chi scrive questo articolo chiede direttamente al musicologo notizie su quello che, già da almeno un anno, si vocifera essere un libro sulle musiche sinfoniche di Ellington. Mi si risponde che è in fase di elaborazione e che spera di darlo alle stampe quanto prima. Esattamente un anno prima, a Chieti, le formazioni dell’Orchestra del Teatro Marrucino insieme alla SIdMA Jazz Orchestra, capitanate dal sapiente Bruno Tommaso, avevano allietato il pubblico di Chieti con un concerto di rare musiche di Ellington tra cui una misteriosa opera inedita intitolata Celebration. La registrazione di quel concerto sarebbe confluita in un CD allegato al libro in questione.
Passano gli anni, ma del famoso libro di Bragalini non si sa più niente, tanto da far credere al sottoscritto che tutto fosse naufragato e che quel progetto, come – scherzo del destino – molte delle musiche sinfoniche di Ellington, si fosse arenato per qualche motivo.
Ma ecco che negli ultimi anni di quel libro si torna a parlare. L’autore, contattato privatamente, parla di un’imminente uscita. Siamo nel 2016, ma bisognerà attendere ancora due anni affinché negli scaffali delle librerie e nei bookstore online il volume si materializzi. L’editore è di quelli importanti, la torinese EDT ed il libro consta di 320 pagine con allegato il CD della registrazione di quel citato concerto di Chieti.
Ma perché abbiamo atteso così tanto tempo? Al netto di eventuali problemi di carattere editoriale (di cui, a onor del vero, chi scrive questo articolo ignora), la risposta appare chiara cominciando a sfogliare e a leggere le prime pagine di questo testo: si è subito inondati da una marea di dati, fonti, racconti, aneddoti, minuziose ricerche. La raccolta e l’elaborazione di questa mole impressionante di dati deve necessariamente aver richiesto molto tempo. Scorrendo le fonti bibliografiche ci si rende conto di quale fatica sia stata per l’autore completare questo libro.
Il testo indaga su una porzione dello sterminato repertorio ducale relativamente esigua e sicuramente poco conosciuta: la musica sinfonica di Ellington. Tra sogni inespressi, progetti naufragati, successi unanimi e significati celati, la musica pensata per formazioni sinfoniche si rivela quanto mai ricca di chiavi di lettura e di sofisticatezze. E a dare nuova luce e a fornire nuovi mezzi per poterla scoprire ed ascoltare, ci pensa Bragalini, che non si limita a fornire delle analisi musicologiche ai brani presi in considerazione, ma ne racconta la genesi, i risvolti, il contesto, le ambizioni. Ma non si parla esclusivamente di musica sinfonica. Spesso è il pretesto per approfondimenti di storia, di arte, di sociologia. È così che ci si immerge, ad esempio, nel quartiere di Harlem, spaccato di una società e di un modo di vivere raccontati tante volte da Ellington nella sua musica, come nella monumentale suite (A Tone Parallel to) Harlem o in tanti altri suoi brani (vi è un elenco di ben 26 composizioni di Ellington dedicati al quartiere nero di New York!). Ma è anche l’occasione per addentrarsi in quel movimento culturale nero dei primi decenni del XX secolo chiamato Harlem Renaissance che gettò le basi per una nuova estetica e consapevolezza nera.
Se dalle prime pagine si rimane un po’ storditi dalla sin troppo certosina ricostruzione di una seduta d’incisione avvenuta a Milano, in cui Ellington fece registrare una sua composizione agli orchestrali del Teatro Alla Scala, ma della quale sembrava scomparsa ogni memoria e traccia (ma che l’autore ricostruisce in modo impeccabile), via via che passano le pagine, la narrazione si fa più scorrevole ed interessante. Ed è così che si dà nuova luce a New World A-Comin’, una composizione ispirata all’omonimo libro di Roi Ottley e che verrà eseguita dalle orchestre sinfoniche, dalla bigband e dal solo Ellington al pianoforte. Ma il fiore all’occhiello di questo libro è senza dubbio il già citato capitolo dedicato a Harlem.
Non privi d’interesse risultano i successivi capitoli che prendono in analisi composizioni altrettanto riuscite come Night Creature, The Golden Broom And The Green Apple per poi approdare a due lavori compositivi quasi sconosciuti ma di notevole interesse. Il primo è un balletto rimasto incompiuto a cui il musicista stava lavorando in punto di morte nel letto d’ospedale, Three Black Kings, opera dedicata a tre re neri della storia. L’altro è un lavoro di cui davvero non si sapeva quasi niente e al cui autore va il merito di averlo riscoperto e portato a nuova luce. Oltre ad una disamina musicologica, Celebration può essere apprezzata nell’ascolto del CD allegato, nella sua unica registrazione disponibile (assieme a Three Black Kings e a For Ellington di John Lewis).
Ciò che invece rende la lettura di questo studio non completa è l’impossibilità di poter consultare alcuni documenti sonori di cui Bragalini fa ampia disamina in quanto si tratta di nastri inediti che l’autore ha potuto consultare grazie alla disponibilità di alcuni collezionisti. Di questa cosa non può di certo essere fatta un’accusa all’autore ma ne approfittiamo per sottolineare quanto la gelosia di molti collezionisti non fa bene a nessuno! Auspichiamo che certo materiale rimasto inedito possa essere prima o poi messo a disposizione di tutti…
In conclusione non possiamo che elogiare questo sforzo editoriale, perché un testo del genere mancava e non solo in lingua italiana. La musicologia italiana che si occupa di jazz e musica afroamericana ha dimostrato negli ultimi anni di stare un passo avanti rispetto a quella americana. A Bragalini va il merito di aver creduto fortemente in questo progetto, cosa da non sottovalutare, visto l’argomento così poco dibattuto e conosciuto e di aver tenacemente lavorato con metodo scientifico.
Dalla Scala a Harlem è un libro che non dovrebbe mancare nello scaffale di ogni buon amante di Duke Ellington. È un testo che andrebbe studiato nei conservatori e letto da chiunque si interessi di musica.